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Microsolchi dell'arte

Massimo Presciutti
Anteprima

È in preparazione una storia incredibilmente verosimile
Microsolchi dell'arte


Da Giuliano Presciutti
Immacolata Concezione tra i Santi Gioacchino ed Anna, Francesco e Antonio da Padova (particolare)
Chiesa di San Francesco, Mondavio (Pesaro-Urbino)


Da Giuliano Presciutti
Immacolata Concezione tra i Santi Gioacchino ed Anna, Francesco e Antonio da Padova
Olio su tavola cm 183x148, 1535, Chiesa di San Francesco, Mondavio (Pesaro-Urbino)

Mondavio 1 gennaio 2017: l'addetta alla biglietteria, esperta, mi dice che la Chiesa di San Francesco è stata chiusa per ristrutturazione, necessaria dopo le scosse di terremoto che annientarono Amatrice nell'estate 2016; in realtà pare si tratti soltanto di qualche calcinaccio caduto, ma "si è colta l'occasione per un restauro plenario". Nel pieghevole che mi viene dato insieme al biglietto per l'adiacente Pinacoteca c'è comunque una piccola riproduzione dell'opera, non visitabile, di Giuliano Presciutti.


Da Giuliano Presciutti
Madonna con Bambino le Sante Lucia e Maddalena, San Giovannino e due angeli
Olio su tavola cm 215x165, 1528, Pinacoteca Civica, Jesi (Ancona)

Che senso ha ripercorrere col tratto una persona, un artista che visse più di cinquecento anni fa e portava lo stesso mio cognome? Non ha un senso in effetti, ne ha cinque più uno. Soltanto avendo delle passioni irrinunciabili quali la ricerca della libertà e dell'indipendenza si può dire decisamente di no alla malattia della distruttività e contribuire alla "pubblica felicità" per il benessere anche materiale dei nostri simili. Ma mentre parlando di serendipità, empatia, sguardo unico, felicità, si fa appello all'aspetto individualistico e anche, in senso positivo, egoistico di ogni essere umano, parlando di proporzioni si viene a investire l'aspetto tecnico e artigianale, la conoscenza storica ereditata e ciò vale per ogni azione umana. La proporzione è lo strumento per l'armonia, l'equilibrio, la sanità e la salute.


Una rappresentazione disegnata per L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. La contesa Angelica.
Angelica rifiuta ogni lusinga dei tanti spasimanti. Figlia di Galafrone, re del Catai (Cina settentrionale).
Bellissima, innamora di sé cavalieri cristiani e pagani, a tutti irraggiungibile; per lei Orlando diventa "furioso"; finché essa sposa un "povero fante", Medoro, ritornando con lui al Catai.
Mario Olivieri, Antologia ariostesca, Paravia, Torino 1966.

La rappresentazione della realtà nelle immagini di Giuliano Presciutti è illusoria soltanto in quanto rappresentazione. La lettura che viene qui fatta si pone sulla scia dell'opera del pittore surrealista belga René Magritte (Lessines 1898 – Bruxelles 1967) intitolata Ceci n'est pas une pipe (Questa non è una pipa). L'opera è nota, una grande pipa iperrealista con sotto il titolo scritto in corsivo tipo bella copia scuola elementare. In effetti tale quadro rappresenta la base per una corretta lettura del linguaggio delle immagini nella nostra civiltà delle immagini. Volgendo ancora lo sguardo verso lo spazio-tempo ferrarese di Ludovico Ariosto (Reggio nell'Emilia, 8 settembre 1474 – Ferrara, 6 luglio 1533) e, di rimbalzo, verso La Mancha di Miguel de Cervantes (Alcalá de Henares 29 settembre 1547 – Madrid 23 aprile 1616), assistiamo alla rappresentazione della dissoluzione della cavalleria e attraverso una fiabesca azione popolata di mostri di bellezza armonica o deforme, legata al folklore e quindi condivisa (La prima edizione dell'Orlando Furioso è del 1516), e attraverso lo sguardo unico squilibrato del protagonista, che segnerà l'avvio al romanzo moderno (la prima edizione del Don Chisciotte è del 1605). In Giuliano non troviamo pressoché niente di folle o surreale, la rappresentazione è, nei limiti della tecnica che possiede, esatta. Nel senso suggerito da Magritte con la rappresentazione della sua pipa.



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