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Underground lights

UNDERGROUND LIGHTS

Concerto-evento di
Massimo Presciutti
con Jamie Marie Lazzara (violino)
e un intervento di Maddalena Chelini del Museo Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi

Istituto Comprensivo Centro Storico Pestalozzi
eTwinning - Erasmus+ programme 2014 2020 EU

Giovedì 4 giugno 2015 - ore 18,00
IBS FIRENZE

Per alcuni è anima, per altri psiche, per altri ancora capitale finanziario. Per noi era ed è Underground. Dalle capanne o tende che da bambini si fanno giocando nel letto con le lenzuola prima di addormentarsi (o al risveglio), ai rifugi in riva all'Arno dei miei compagni di scuola delle superiori, la campagna che atterra in città. L'infanzia contadina che ritorna, questa attrazione verso la terra non è che normale forza di gravità in fondo. Solo per i palloni gonfiati la forza di gravità è pesantezza insopportabile. Infiniti labirinti underground, miniere d'oro e d'argento abbandonate che attraggono la gente non più per motivi economici bensì per il piacere dell'avventura, della scoperta, della memoria. Tutta la storia dell'universo in un punto invisibile nelle viscere di un vulcano spento. Non erano tutti uguali i primitivi delle arti rupestri. C'era chi pitturava, c'era chi incideva. C'era poi chi sparava, deturpava, malediceva, lanciava pietre (cosa fare di meglio nell'età della pietra se non lanciare pietre?) contro le proprie proiezioni più o meno collettive. Fortunatamente il Chitarravallo quadrupede di immagine, respiro, idea e azione, col tempo è illuminato e risulta reale. Una torcia rivela un animale inventato, deserto della Libia, si tratta di un Chitarravallo a sentire Maddalena, l'archeologa che si materializza accanto a me, o meglio forse sono io che mi materializzo, lei c'era già nelle grotte essendo quello il suo lavoro. Ora capisco perché il Chitarravallo della canzone nasce nelle viscere di un vulcano. Senza parlare del respiro, accordo perfetto. Giunto fino a noi, visibile al Museo Fiorentino di Preistoria "Paolo Graziosi", non è un Chitarravallo, così come la pipa di Magritte non è una pipa né tantomeno lo è la pipa di Maigret. Gli splendi graffiti ipogei non avevano come fine la visibilità bensì l'equilibrio interiore. C'erano immagini per leggersi dentro altre per comunicare in profondità. Oggi è l'epoca delle immagini trappola, veicoli di trasporto-messaggi mediatici mediocri altamente violenti, violenti verso le immagini umane libere poetiche indipendenti sentimentali. Immagini da non vedere con due occhi ma con due proiettili proiettati, verso il disegno e verso l'autore del disegno, entrambi da distruggere affinché la nuova razza Homo Sapiens confermi la sua superiorità militare come già successo ai danni dei Neanderthal, meno violenti e, pare, più intelligenti. Ma si tratta di vittorie di Pirro. L'identificazione con la specie non in estinzione finisce con la singolarità di ogni esistenza umana. L'uguaglianza dei destini rende ridicoli gli aspiranti dei e i cecchini di sogni.


Orso sparato ma non sparito

Canzoni: Chitarravallo / Galeottero / Macchina del tempo / L'ago in un pagliaio / Il panda / La balena / Quando fioriscono i lillà / Luci dell'underground / Merlo / Eravamo soli / Guardia Piemontese Occitana / Il falco / I falchi amano i monti / Mukki latte.



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